domenica 30 novembre 2008

Infrangere il monopolio mediatico nell’era di internet.

Come creare un nuovo immaginario attraverso una rete totalmente libera.

Da tempo si sprecano gli allarmi sul sistema dell’informazione italiano: basta ricordare la ricerca “Freedom House” che, in una analisi del 2005, l’aveva etichettato come «parzialmente libero» e collocato al settantottesimo posto, superato di fatto da molte decine di paesi dell’ex blocco sovietico.

Interessante notare che tra le proposte ce n’è stata una che avrebbe potuto funzionare: il boicottaggio. Tuttavia questa idea aveva un problema: una volta spente le TV, buona parte delle persone non riescono a reperire altri contenuti. Quindi il fruitore non può far altro che affondare nella poltrona e continuare il suo spasmodico zapping.

Cosa si può fare?

Unirci tutti per concepire, progettare e costruire un nuovo sistema mediatico, che possa essere la piattaforma di lancio per i nostri contenuti: contenuti nuovi, energici e vitali: se funzionerà, e noi crediamo che possa funzionare, libereremmo sempre più spazio dall’assurdo sistema mediatico che si può ritrovare solo nel “bel paese”.

Come creare il nuovo?

Andare a parlare con gli informatici delle nostre facoltà e domandargli se sono in grado di costruire una piattaforma per ospitare servizi quali web-radio, web-tv, podcast, forum, blog e molto altro. Questi sistemi permettono una comunicazione bidirezionale, sottraendo di fatto il fruitore dalla passività a cui era stato relegato dai media tradizionali.

Quanto può costare?

La piattaforma potrebbe riciclare computer obsoleti, magari configurati in cluster - insiemi di computer interconnessi - che garantirebbero anche una facile possibilità di espansione futura. Inoltre usufruendo delle centinaia di programmi liberi e gratuiti, open source, i costi risulterebbero quasi nulli. Le varie realtà nate a livello cittadino potranno successivamente interconnettersi e costituire un’unica realtà nazionale.

Chi creerà i contenuti?

L’aria di questo periodò è satura di creatività: qui a Bologna sono già sorti spontaneamente decine di gruppi che stanno già lavorando ai loro progetti. Qualche esempio: vari gruppi di studenti del DAMS hanno già raccolto ore di video che utilizzeranno per la creazione di documentari; studenti dell’accademia all’ultima assemblea d’ateneo hanno offerto la loro collaborazione, avendo già all’attivo decine di disegni e vignette; a lettere e filosofia è in programma anche l’uscita di un giornale letterario. Tutti questi progetti e altri possono viaggiare insieme, in uno scambio osmotico, e lo faranno. Perché in questo tempo in cui ci annunciano che il nostro futuro da crepuscolo diverrà notte, siamo animati da un cuore che pulsa all’unisono, perché tutti abbiamo un obiettivo comune: riappropriarci del presente. Iniziamo creando, passo dopo passo, insieme e dal basso, un nuovo immaginario libero: il nostro.

«[Bisogna] raccontare mille storie per non subirne neanche una» - Wu Ming, ciclo auto-formazione, Bologna

domenica 9 novembre 2008

Inizia l'avventura.

Ho deciso di creare il mio blog semiserio sulla rete.
Ora sono saturo di impegni e sto preparando gli esami che dovrò sostenere a breve, quindi il parto sarà lento ma, prometto, inesorabile :)
Un abbraccio :)