Come creare un nuovo immaginario attraverso una rete totalmente libera.
Da tempo si sprecano gli allarmi sul sistema dell’informazione italiano: basta ricordare la ricerca “Freedom House” che, in una analisi del 2005, l’aveva etichettato come «parzialmente libero» e collocato al settantottesimo posto, superato di fatto da molte decine di paesi dell’ex blocco sovietico.
Interessante notare che tra le proposte ce n’è stata una che avrebbe potuto funzionare: il boicottaggio. Tuttavia questa idea aveva un problema: una volta spente le TV, buona parte delle persone non riescono a reperire altri contenuti. Quindi il fruitore non può far altro che affondare nella poltrona e continuare il suo spasmodico zapping.
Cosa si può fare?
Unirci tutti per concepire, progettare e costruire un nuovo sistema mediatico, che possa essere la piattaforma di lancio per i nostri contenuti: contenuti nuovi, energici e vitali: se funzionerà, e noi crediamo che possa funzionare, libereremmo sempre più spazio dall’assurdo sistema mediatico che si può ritrovare solo nel “bel paese”.
Come creare il nuovo?
Andare a parlare con gli informatici delle nostre facoltà e domandargli se sono in grado di costruire una piattaforma per ospitare servizi quali web-radio, web-tv, podcast, forum, blog e molto altro. Questi sistemi permettono una comunicazione bidirezionale, sottraendo di fatto il fruitore dalla passività a cui era stato relegato dai media tradizionali.
Quanto può costare?
La piattaforma potrebbe riciclare computer obsoleti, magari configurati in cluster - insiemi di computer interconnessi - che garantirebbero anche una facile possibilità di espansione futura. Inoltre usufruendo delle centinaia di programmi liberi e gratuiti, open source, i costi risulterebbero quasi nulli. Le varie realtà nate a livello cittadino potranno successivamente interconnettersi e costituire un’unica realtà nazionale.
Chi creerà i contenuti?
L’aria di questo periodò è satura di creatività: qui a Bologna sono già sorti spontaneamente decine di gruppi che stanno già lavorando ai loro progetti. Qualche esempio: vari gruppi di studenti del DAMS hanno già raccolto ore di video che utilizzeranno per la creazione di documentari; studenti dell’accademia all’ultima assemblea d’ateneo hanno offerto la loro collaborazione, avendo già all’attivo decine di disegni e vignette; a lettere e filosofia è in programma anche l’uscita di un giornale letterario. Tutti questi progetti e altri possono viaggiare insieme, in uno scambio osmotico, e lo faranno. Perché in questo tempo in cui ci annunciano che il nostro futuro da crepuscolo diverrà notte, siamo animati da un cuore che pulsa all’unisono, perché tutti abbiamo un obiettivo comune: riappropriarci del presente. Iniziamo creando, passo dopo passo, insieme e dal basso, un nuovo immaginario libero: il nostro.
«[Bisogna] raccontare mille storie per non subirne neanche una» - Wu Ming, ciclo auto-formazione, Bologna